Avvento… un tempo di attesa

Eccoci di nuovo nel tempo forte dell’Avvento! Preparazione al Natale di Gesù. Solo due grandi Santi vengono ricordati nel giorno della nascita al mondo oltre che al cielo: San Giovanni Battista e la Vergine Maria. Tutti gli altri sempre nel giorno della morte.

Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio è ricordato anzitutto per la sua nascita tra gli uomini. La storia umana ha come spartiacque la Sua nascita (Avanti Cristo e Dopo Cristo). Solo a partire da questo avvenimento possiamo capire la Pasqua e da quest’ultima possiamo rileggere il Natale come un dono per l’umanità. Ci prepariamo per quattro settimane a “entrare” a Betlemme. Non possiamo farne a meno, come tante persone che chiedono di ricordare i loro cari nella Messa non solo nel giorno della loro morte ma anche della nascita… È più forte di noi, non riusciamo a dimenticare coloro che hanno segnato la storia degli altri e di noi stessi.

Quali sono i valori, gli ideali che suscitano il Natale? Originariamente la speranza: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati da Dio” così recita l’inno del Gloria nella liturgia riformata del Messale, eco dell’annuncio degli angeli ai pastori: Dio è presente all’uomo, anzi lo ama. Qui sta il fondamento della speranza, sapere di essere amati da Dio e ricominciare da dove si è caduti, dai fallimenti, dalle delusioni, perché no? Dalla malattia. Al contrario la disperazione è ciò che compete al “Nemico dell’umana natura” al diavolo, perché la tentazione sta nel farti credere che sei nulla e non potrai mai fare nulla di buono e dovrai prima o poi rassegnarti che dal nulla sei venuto e nel nulla finirai. Nella logica del Male la vita non mantiene le sue promesse di successo e Dio è solo un assente: questo è il disastro della disperazione! Ma noi siamo custoditi dalla Provvidenza divina: siamo sempre caduchi, la nostra presenza nel mondo è sì, labile, ma sempre custodita dall’amore. Nati dall’amore e destinati all’amore. Un bimbo ci salverà! Ci ha già salvati; occorre aderire giorno dopo giorno al suo disegno di salvezza.

È sotto gli occhi di tutti che la storia degli uomini è costellata di malefatte che fanno notizia e di grandi eroismi e gesti di bontà che non fanno notizia. Eppure, cosa è meglio per noi? Stare nel nostro brodo egoistico per fare ciò che più ci piace oppure pensare che siamo tutti interconnessi e non solo per il digitale o la globalizzazione ma perché la mia felicità dipende dalla felicità altrui e viceversa.  Il virus ci aiuta a capire che tutti condividiamo lo stesso pianeta che nessuno è davvero totalmente indipendente separato dagli altri; che ogni pretesa di secessione è inefficace e prima ancora impossibile. E a proposito della pandemia sappiamo bene che se scegliamo la disunione ciò non solo prolungherà la crisi ma probabilmente porterà a catastrofi ancora peggiori in futuro. Se scegliamo la solidarietà globale, sarà una vittoria non solo contro il coronavirus, ma contro tutte le future epidemia e crisi. In riferimento alla libertà essa non esiste a prescindere. Ciascuno è responsabile delle proprie azioni non solo nei confronti di sé stesso ma anche dell’altro. Non, dunque, la “mia libertà comincia dove finisce la tua”, ma la “tua libertà dipende dalla mia e viceversa”.

Come prepararsi a questo Natale? La chiesa nella sua tradizione ha degli strumenti antichi ma sempre importanti. Cosa suggerisco?

Leggere ogni giorno un brano della Sacra Scrittura. Meglio quelle del giorno che si proclamano a Messa. Riflettere sulla parola di Vita.

Fare la Novena del Natale, ogni giorno a Messa per riscoprire il dono della profezia.

Riscoprire piccoli gesti relazionali, una telefonata a chi è anziano o solo, un bigliettino di auguri, un riallacciamento di vecchi rapporti logori o interrotti, una buona azione. Gesti che siano segni di speranza!

Riprendere con autenticità la confessione sacramentale e non più come una abitudine.

La Messa di Natale manifestazione del trionfo della vita.

Buon avvento!

Don Gianluca